Questa campagna elettorale per il nuovo parlamento ha cancellato l’acqua e la necessità di rispettare l’esito referendario dal dibattito pubblico.
Peggio, si continua a parlare di privatizzazione della gestione dei servizi pubblici essenziali mentre gli effetti giuridici sui referendum vengono sterilzzati dalla decisione dell’auitority sull’energia. Sulle tariffe e la remunerazione garantita ai privati del 7 o/o si continua a prendere in giro i cittadini, mentre i processi di ripubblicizzazione sono fermi al palo tranne qualche lodevole eccezione.
Eppure proprio 2 anni fa uno straordinario movimento di cittadini apriva la strada ad una nuova stagione capace di mandare in crisi l’ideologia del liberismo applicata ai beni comuni.
Si parla tanto di riforma da fare per il nuovo governo: ecco rispettare e applicare i referendum sull’acqua può essere un buon inizio e, per favore, il centrosinistra prenda un po’ di coraggio e dica finalmente una cosa chiara in questa direzione.
Per Roma un obiettivo chiaro lo voglio assumere e condividerlo con tanti; Acea. L’azienda che gestisce i servizi idrici della Capitale e non solo deve essere ripublicizzata.
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